Ho letto “Il cavallo di Caligola”: dalle mie ricerche (prive di attendibilità storica) ritengo di aver capito che Caligola avesse una cattiva opinione dei suoi senatori tanto da giudicarli, sicuramente a torto, dei sonori “asini”! Cosicché pensò di mettere in mezzo ad una mandria di asini almeno un cavallo di razza! Questo dovrebbe essere il senso ilare della faccenda; analogamente in un parlamento di “puttane e vacche” nascoste fu inserita una puttana palese di nome Cicciolina, candidata dai radicali, che invece fu per spregio caligoliano eletta con i voti dei fascisti (che fecero questo ragionamento: “siete tutti delle puttane e noi ve ne mandiamo una vera”). Oggi la cosa si ripete con la proposta di numerosi “asini di pura razza asinina”, validi rappresentanti di una popolazione fatta da almeno quaranta milioni di asini che brucano di tutto: dai “cardi rossi e turchini” (carducciani o pascoliani, non ricordo…) alle emerite merde di cavallo sparse un po’ dappertutto. Questo significa che esiste ed è attiva e applicata una conclamata scuola Caligola: tanto che inventando a suo tempo il presepe, il patrono d’Italia San Francesco seppe affiancare a Gesù Bambino due emeriti rappresentanti della popolazione italiota: una vacca (difficile che fosse un bue!) e un asino, a sancire per sempre le reali fondamenta della futura Repubblica.