Ma guardateli ostentare gioia ovunque! Giornali, televisioni e radio ne straboccano, perfino le brutte strade sembrano felici. Certo, siamo contenti per quelli che tornano vivi dalla guerra, ma qui c'è qualcosa che non convince. Va bene condividere l'allegria con familiari, amici e magari tutta la comunità. Ma com'è triste la parata di commentucoli secretati da democratica vergogna! E che dramma seviziare così i fatti: raccontare quello che fa comodo, tagliuzzando sadicamente il corpo della realtà. Straparlare delle due connazionali vive e sorvolare colpevolmente sulle vittime: dimenticare gli stranieri, la popolazione civile e gli incivili, i soldati e i mercenari, i partigiani e i terroristi; loro, i veri ostaggi della guerra. In ogni caso, un fattaccio di cronaca viene servito come una straordinaria impresa politica, e il nauseabondo puzzo di inciucio si alza dalla coorte dei politicanti in salsa unanime. Eppure, l'unico essenziale aspetto politico della vicenda è che certa politica si è dovuta fare da parte: niente azioni di forza; fortunatamente, considerati i precedenti. Così, ancora una volta è l'economia a regolare le sporche faccende, mentre il corifeo politico soffia nelle trombette: va bene, si paghi il riscatto! Un milione di spicci per tentare di convincere i concittadini che certa politica può perfino essere utile. Una campagna elettorale da un milione di spicci per continuare a fare i propri comodi impunemente, tenere buoni i cortigiani festanti e preservare i privilegi di casta. Questi ipocriti se ne fottono dell'umanità e delle belle margherite che crescono nella terra salata.
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