L'aeronave fa strani rumori: saranno i cattivi pensieri, ma quello che vedo non merita neanche di essere nominato; è proprio il caso di dire. I nomi discendono dall'umanità e dovrebbero essere sacri, eppure vengono usati per coprire di palta ciò che significano; come pioggia e polvere radioattiva su ogni forma di vita intelligente. Ma con la perdita del senso delle cose si perde anche l'umanità delle azioni. E proprio in nome dell'umanità estinta e con i nomi imbracciati come carabine che si governa. Si predica giustizia, democrazia, libero mercato... soltanto per svuotare quelle parole e poi riempirle del loro esatto contrario. Non più nel giusto nome, il senso razzola male. Così la commediola politica copre l'oscena realtà delle caste inumane: quelli che spartiscono il bottino rifiutando un'equa distribuzione della ricchezza, gli intoccabili, quelli sempre più numerosi senza diritti e tutele. L'incertezza e l'ansia provocata dalle inumane condizioni di vita e di lavoro sono allo stesso tempo impalpabili strumenti di controllo e voraci germi del conflitto. Borghesucci e sottoprecari sono gli eserciti in campo: a destra e a sinistra e a debita distanza i generali sogghignano all'unisono, sia pure nelle loro abbacinanti divise di opposti colori.
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