Il disgraziato profeta cyborg avverte che gli umani sarebbero già una specie inferiore: i virulenti neovirus, insieme biologici e tecnologici (i promessi sposi disgenici), distruggerebbero rapidamente chi non upgrada al postumano. Ma, di grazia, ci sarebbe un dominio umano su questo pianeta? Uhm, credo che l'unica virtual virology sia quella di questi professorini del cazzeggio: ma disoccupino il cervello e vadano a lavorare di mano! A questi villani perdigiorno si dovrebbe imporre un giuramento di Ippocrate per evitare inutili sofferenze a chi, paziente, li sopporta. E che cippalippa! Ma si può biascicare di post-umano (lorsignori usano il trattino dei guasconi) mentre le condizioni di vita sul pianeta restano preumane? Di che sarebbero ricchi certi umanoidi e le nostre democratiche nazioni? Della povertà di chi non ha potenti cannoni multimediali per rincoglionire il prossimo? Mah. Eppure, dall'oblò il pianeta solitario sembra non avere confini. Certo, le immense frontiere dell'oceano uniscono le nazioni; però sono paesi gretti di conquista e sospetti, governati da misere genti con l'arma fine-di-mondo: la potente paura degli altri, la prepotente paura della responsabilità di se stessi (le bombe conseguono). Ma quel che terra divide, cielo e mare uniscono: così, qualche marinaio si spinge nel deserto e anche i beduini affrontano le maree. Qualcuno desidera davvero capire la lingua degli altri e le proprie parole (il matrimonio eugenetico). Insomma, anche se nella capitale i pensieri rinculano a palazzo e in provincia ti raschiano in gola, le voci a riva conservano ancora uno spruzzo di speranza. Lo scoglio frange le onde solo un istante; il mare scava la roccia, lentamente.
continua
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