Statistica fuorviante

Sul numero di gennaio dell’Informatore Economico-Sociale il direttore Francesco Bergamo ha iniziato una serie di servizi sulla statistica, così come è vista dai demodoxaloghi e interpretata dal famoso aforisma di Trilussa: “se io ho mangiato un pollo e tu nulla, abbiamo mangiato mezzo pollo ciascuno”. Infatti, nulla è più fuorviante della statistica quando cerca di interpretare fatti sociali complessi e in particolare quelli relativi all’opinione pubblica. Tanto che per distinguersi dalle scienze umanistiche le discipline fisico-chimico-matematiche sono appellate come scienze esatte. Gli articoli di Bergamo discutono l’attendibilità dei sondaggi e di certe rappresentazioni grafiche della statistica sollecitando varie riflessioni:

  • nell’esempio analizzato, i sacchetti di monete che dovrebbero dimostrare un guadagno doppio di un altro fanno, appunto, vedere un sacchetto doppio; ed è qui l’inganno, l’utente viene colpito dalla rappresentazione visiva e non si rende conto che il contenuto del sacchetto è otto volte di più perché l’area è quattro volte più estesa e il volume otto; ma l’apparenza della rappresentazione grafica trae in inganno in quanto le immagini inviano informazioni errate accettate per buone;
  • la stessa media aritmetica non è altro che la somma dei dati raccolti divisa per il numero dei soggetti interpellati, cioè il pollo di Trilussa; esiste poi la media mediana che riporta il valore che sta nel mezzo dei dati forniti, ma non prende in considerazione le minoranze (estremità) emergenti; abbiamo poi la media detta moda che riporta solo i dati della maggioranza emergente;
  • per una corretta lettura dei dati statistici applicati al sociale dovremmo considerare il tipo di distribuzione del dato (benessere economico, ambiente, istruzione, necessità primarie ecc.) in quanto non è detto che la distribuzione dei dati sia uniforme; la deviazione standard descrive la concentrazione dei valori rispetto ad una media aritmetica (una accreditata scuola privata avrà più promossi rispetto ad una scuola pubblica, ma non è detto che gli studenti siano più intelligenti; forse hanno migliori insegnanti o metodi o attrezzature);
  • in presenza di sondaggi dobbiamo chiederci come sono stati raccolti i dati: da passanti, per telefono, attraverso interviste? le risposte sono state di comodo o obiettive, riflettono opinioni personali o di un gruppo (pubblico) ben definito? quanti erano i campioni intervistati rispetto all’ambiente da indagare (universo)? come sono stati scelti i soggetti intervistati e con quale grado di attendibilità?
  • c’è poi l’uso strumentale dei sondaggi da parte dei mezzi di comunicazione, dei politici, dei pubblicitari e delle aziende, ciascuno per rafforzare una sua tesi comunicativa; con questionari artefatti, arrotondamenti delle cifre e grafici forzati.

Gli spunti di riflessione forniti da Bergamo vanno nella direzione della proposta di Mascia Ferri di distinguere l’opinione pubblica dall’opinione sociale e delle intuizioni dell’indagine demodoxalogica (inde), così come spiegato al recente seminario di demodoxalogia svolto a San Martino al Cimino.

Bruno Zarzaca ©reative ©ommons BY NC ND 1997-2024