Lo studio della Colonna Traiana

Relazione presentata alla LXVIII riunione (2006) della Sips

Un settore innovativo della disciplina demodoxalogica, tra storia, tecnologia ed opinione pubblica, illustrato attraverso la decifrazione di un reperto antico romano.

La colonna, voluta da Traiano a imperituro memento del suo operato e celebrazione eterna di gloria dello stato dell’arte della tecnologia conquistatrice del suo impero, è una strabiliante sintesi di tecniche e forme comunicative. Abbraccia più settori, elevandosi e articolandosi in registri diversi. Osservando il nastro narratore, si viene a conoscenza di ambienti trasformati da innovazioni scientifiche, nuove tecnologie, operatività applicative di criteri gestionali e del loro impatto ambientale. Nel pathos narrativo, Traiano utilizza la propria figura come icona comunicativa di serena certezza (con la stessa finalità la Repubblica di Venezia si dirà Serenissima). La forma più conveniente per i messaggi che Traiano volle presentare all’opinione pubblica di tutti i tempi è costituita tanto dall’intera narrazione riportata sul “nastro” marmoreo, nel suo insieme, quanto da ognuno dei micro ambienti rappresentati nella loro specifica dinamica evolutiva. Dovunque, sebbene con cadenza a variabilità geometrica, l’icona di Traiano gestisce gli eventi legati alle campagne di conquista della Dacia. L’icona si ammanta di forme diverse legate alla “funzione”, collocata in un certo frangente, che egli, ottimo principe, vuole impersonare e vuole che venga recepita dall’opinione pubblica. La narrazione descrive dettagliatamente ambienti naturali, tecniche e strumenti distruttivi spesso trasformati in costruttivi; vegetazione, orografia, fauna, situazioni climatiche, logistica di approvvigionamento, spostamento e insediamento; mezzi di trasporto, armi e armamenti; un florilegio di mimica espressiva di stati emotivi; armature e panneggi, acque, cieli, divinità. Gli infiniti dettagli sono organizzati dal respiro generale che accompagna l’esercito in marcia; quello che fa emergere lo spirito di popolo dei vinti; quello che fa dei militi romani camerati ed esercito; quello uguale e contrario, quasi di pari “dignità”, che alita tanto dal pubblico dei vincitori, quanto dal pubblico dei vinti. Da tutta la narrazione emergono potenti silenzi ed impeti sonori, stranamente e inaspettatamente apprezzati come se ci si trovasse contemporaneamente sia all’interno delle scene, che seduti in una poltrona di platea di un teatro ampio quanto mezza Europa. Sulla colonna è esemplificato in modo eccellente come sia più opportuno procedere per muovere, giustificare, imporre, avere e mantenere gloria da una o più guerre di conquista. Sottilmente, specularmente alla onnipresente icona di Traiano, ovunque aleggia il Fato, la fatalità dovuta al volere degli dei e della sorte. Vittime e vincitori manifestano di essere stati perfettamente persuasi ad accettare quel Fato e quella sorte così prodigiosamente loro elargita da Traiano: ottimo principe; pontefice massimo; eccellente demodoxalogo. Demodoxalogicamente, la storia non avanza su un vettore rettilineo, bensì su uno a spirale. Non è composta da una successione di eventi, bensì da una successione di modifiche ambientali (ambiente = interazione socio-economica fra territorio-popolazione-risorse tangibili e intangibili). Le spire, sempre più ampie ed ognuna frutto della combinatoria delle sommatorie di sviluppo tecnologico di ogni segmento considerato, ripetono se stesse. Ad ogni evoluzione, corrisponde una situazione di nuovo stato nascente, destinato ad una sua parabola di spazio-vita. In ogni spira si perseguono “nuovi” obiettivi, che appaiono tali per l’avvenuto aumento di ricerche e conoscenze scientifiche applicate alla tecnologia ambientale. Motore dell’avanzamento del vettore spirale è la speranza di profitti sia tangibili che intangibili. L’ambizione umana al perseguimento settoriale di immagine, convenienza, potere è limitata soltanto dal margine di sopportabilità e convenienza economica di sfruttamento, in senso lato, dell’ambiente considerato. Pertanto, alla formulazione di ogni progetto si impongono almeno tre più due domande:

  1. quanto costerà (in termini monetari e di risorse ambientali);
  2. quale ritorno si avrà ((in termini monetari, risorse ambientali e prestigio);
  3. chi ci guadagnerà effettivamente (in termini di denaro, economia, gestione, utenza dei servizi con i loro indotti, immagine);
  4. come verrà modificato l’ambiente;
  5. quale sarà l’impatto di tale modifica sull’ambiente nel breve, medio, lungo e lunghissimo termine, a livello di micro ambiente, macro ambiente, globale.

La specializzazione comporta settorialità, mentre ogni progetto richiederebbe tanto gli approfondimenti settoriali quanto e soprattutto quelle competenze necessarie alla visione d’insieme presupposte dalla domanda 5. Ogni sperimentazione va condotta fino all’enucleazione delle costanti. Per quanto ogni stato nascente sia intrinsecamente nuovo, sarà però uguale a tutti i precedenti cicli composti dalla stessa visione procedurale.

L’archeodemodoxalogia, può offrire sintesi di pre-visione delle costanti. Nel caso considerato, lo studio dell’algoritmo comportamentale voluto da Traiano offre un manualetto iconografico sintetico di cause, scopi, innovazioni tecnologiche applicate in ambienti diversi, effetti e comportamenti ambientali di tali applicazioni, che offrono a priori la possibilità di valutare, ad ogni effetto la qualità di cosa si sta facendo. Tale manualetto iconografico descrive un processo completo articolato per sinusoidi descrittive di tutti i comportamenti e le modalità adottate per l’attuazione del progetto, il loro impatto ambientale e di immagine. Rispetto allo studio della storia tecnologica della Repubblica di Venezia (sette secoli), che offre la stessa  opportunità sulla base di moltissimi algoritmi e ambienti diversi, le campagne per la conquista economica e colonizzazione tecnologica della Dacia ad opera dello stesso imprenditore-comunicatore, offrono un modello molto più compatto e limitato. La sua analisi permette con facilità di estrapolare e valutare i criteri impiegati, per un tempo limitato e relativamente breve, in un ambiente quasi avulso dal contesto, con esemplificazione di modalità comunicative funzionali all’attuazione del progetto.

Bruno Zarzaca ©reative ©ommons BY NC ND 1997-2024