Bombe su Palermo di Alessandro Bellomo e Clara Picciotto è un approfondito studio sugli attacchi aerei subiti dalla città di Palermo tra il 1940 e il 1945: una ricerca condotta in diversi archivi storici italiani e stranieri che riporta la cronaca dettagliata degli eventi e dei protagonisti che si concentrarono in quello strategico teatro di guerra. Nel volume, edito dall’Associazione Italia, sono pubblicate numerose fotografie che documentano con precisione gli eventi bellici trattati. Per quello che più ci interessa, in una delle appendici del volume intitolata “l’uso della propaganda durante la seconda guerra mondiale”, Selene Grimaudo sottolinea il decisivo apporto della demodoxalogia alle attività di intelligence dei nostri militari:
“Nel 1939 il controspionaggio della Regia Marina, attraverso la lettura quotidiana dei giornali stranieri, otteneva informazioni sugli atteggiamenti non ufficiali della politica degli stati esteri nei confronti dell’Italia e di Benito Mussolini, attraverso una lettura incrociata denominata analisi effemerocritica, un caposaldo della demodossalogia che è stato il padre (anche se non riconosciuto) delle odierne “fonti aperte” utilizzate dai servizi di mezzo mondo.”
Nella stessa appendice, la spiegazione dell’effemerocritica demodoxalogica viene contestualizzata citando gli studi nordamericani di Paul Lazarsfeld e Harold Lasswell sull’analisi del contenuto e alcune affermazioni di John Naisbitt, tratte da Megatrends, sul “principio della scelta forzata in un sistema chiuso” (nello specifico, quello delle notizie).
L’accenno di Grimaudo alle “fonti aperte” è in linea con quanto sostenuto e documentato dai demodoxaloghi della Sidd: l’origine dell’open source intelligence (in breve OSINT) risale alle intuizioni dei padri fondatori della demodoxalogia e alle metodologie utilizzate in Italia specialmente dall’intelligence militare. La nostra tradizione di studi ha subito un declino dovuto al contesto politico in cui si è sviluppata, il regime fascista; contraltare al successo della contemporanea tradizione statunitense, sviluppata in un ambiente politicamente corretto e dunque apprezzata in tutto il mondo.
Insomma, l’Italia condivide con gli USA la primogenitura degli studi sull’opinione pubblica e sarebbe giusto riconoscerlo. La verità storica che la Società italiana di demodoxalogia vuole ristabilire dunque è proprio questa: la demodoxalogia è una misconosciuta tradizione di studi italiana che, ripulita dalle derive ideologiche, ha il suo posto d’onore tra gli approcci pionieristici all’origine delle odierne scienze della comunicazione.